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Legno ed Economia Circolare


Imballaggi in legno, bobine usate, scarti di demolizione, mobili e infissi a fine vita: da qui nasce il modello virtuoso che ha al centro la buona pratica di riciclare legno.
L’Italia è un paese modello in questo senso: una ricerca intitolata “Il sistema circolare della filiera legno per una nuova economia” realizzata dal Politecnico di Milano e promossa da Rilegno e FederlegnoArredo mette in luce numeri assai interessanti. Per esempio, quelli riferiti al comparto del recupero e riciclo del legno post consumo nazionale, il cui impatto economico è stimato in circa 1,4 miliardi di euro e conta su 6mila posti di lavoro generati. A livello ambientale la filiera è in grado di creare e ridurre la CO2 di quasi un milione di tonnellate. 
Come ha sottolineato in una nota Nicola Semeraro, presidente di Rilegno, il consorzio Nazionale per la raccolta, il recupero e il riciclaggio degli imballaggi di legno, “in Italia recuperiamo oltre il 60% degli imballaggi di legno, quando l’Europa si ‘accontenta’ del 30%”.
Non solo: rispetto a quanto accade in altri Paesi, dove il legno post consumo viene in buona parte bruciato per produrre energia, il sistema Rilegno ha permesso di rigenerare e quindi riutilizzare quasi il 30% degli imballaggi recuperati e di riciclare la parte restante. Significa, così, aver potuto produrre pannelli per l’arredo senza bisogno di “consumare” legno vergine. Una scelta ad alto tenore di sostenibilità ambientale. Lo stesso ente nel 2018 ha raccolto e avviato a riciclo più di 1,9 milioni di tonnellate di legno. Si tratta per lo più di pallet, cassette per l’ortofrutta, casse e gabbie, bobine di legno usate, che sono riciclate con una percentuale superiore al 63% dell’immesso al consumo. Tra l’altro, ha trattato 56 milioni di pedane, pari a 780mila tonnellate di legno, che sono ritornate nel circuito logistico. 
Ma quali sono le fasi del processo di “seconda vita” del legno, all’insegna dell’economia circolare? C’è una prima lavorazione, in cui il materiale, raccolto nei boschi, è trasportato nelle segherie; qui il legno è soggetto a un lavoro per essere trasformato in materiale utile per i diversi processi di produzione. Il legno lavorato trova impiego per la produzione di imballaggi, utilizzati per il trasporto e la vendita di prodotti provenienti da diversi settori.
Se i prodotti sono danneggiati possono essere riparati e tornare sul mercato, per allungare il loro ciclo di vita. Invece, quando arrivano al termine del loro ciclo, i Comuni, i gestori dei servizi di igiene urbana e i raccoglitori privati li conferiscono alle piattaforme convenzionate con il consorzio, garante dell’avvio al recupero.
Nel caso degli scarti veri e propri, essi vengono ridotti di volume e trasportati alle industrie di riciclo, dove il legno, debitamente lavorato e sminuzzato, diventa rinnovata materia prima per il circuito produttivo industriale. 
Il sistema di riciclo, spiega Rilegno, è una filiera industriale complessa, suddivisa in tre aree: i servizi di raccolta del legno; l’industria di valorizzazione della materia; l’industria di trasformazione della materia e di produzione di beni.
“Il riciclo del legno è essenzialmente orientato alla produzione di pannelli truciolari. Inoltre vengono prodotte altre tipologie di pannelli, blocchi per pallet (tappi), pasta cellulosica per cartiere e blocchi di legno-cemento per l’edilizia.”

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